Nell’attesa di riforme sia a livello europeo sia dei singoli Paesi, il Transnational Giving Europe network opera per facilitare il flusso di donazioni da un Paese all’altro, garantendo per i propri donatori i benefici fiscali. Grazie all’accordo siglato con le attuali 21 fondazioni partner, il network rappresenta una maglia transfrontaliera che unisce donatori e organizzazioni al di là delle barriere fiscali e politiche, dove è possibile il “libero scambio” di donazioni.
Nel 2020 il network ha registrato un flusso di donazioni di oltre 11 milioni di euro.
Oggi il mercato unico europeo permette a merci e servizi di transitare liberamente da uno stato all’altro. Non è così per le donazioni, che purtroppo scontano ancora barriere fiscali tra diversi Paesi.
Perché un donatore italiano può donare all’università Bocconi, usufruendo di un beneficio fiscale che non gli viene invece riconosciuto nel momento in cui dona alla University of Oxford? Eppure sono organizzazioni che, a livello di attività sociale (l’istruzione) perseguono le medesime finalità e progettualità.
Nell’attesa di riforme sia a livello europeo sia dei singoli Paesi, il Transnational Giving Europe network opera per facilitare il flusso di donazioni da un Paese all’altro, garantendo per i propri donatori i benefici fiscali. Grazie all’accordo siglato con le attuali 21 fondazioni partner, il network rappresenta una maglia transfrontaliera che unisce donatori e organizzazioni al di là delle barriere fiscali e politiche, dove è possibile il “libero scambio” di donazioni.
Con oltre 6.600 donatori e quasi 14 milioni di euro transitati nel 2019, TGE rappresenta uno strumento utile per individui e aziende con una visione filantropica “Europe friendly”. Questa estate è stata anche lanciata dal network la prima piattaforma di donazioni transnazionali in Europa: uno sforzo in più per facilitare le donazioni fiscalmente efficaci in Europa.
L’emergenza COVID19 ha intensificato questo flusso donativo, quasi raddoppiando le statistiche 2019 del network.
Se infatti in tutto il 2019 TGE aveva transitato quasi 14 milioni, nel primo semestre del 2020 sono già 11,5 milioni gli importi erogati con donazioni transfrontaliere (quasi 5.000 donatori coinvolti). Chiaramente le organizzazioni che si sono occupate – e che continuano tutt’ora – dell’emergenza sanitaria hanno contribuito a questa crescita importante: 5,4 milioni di euro sono stati destinati ad organizzazioni coinvolte nella lotta al COVID19. La quasi totalità di questo importo è costituito da donazioni verso il COVID19 Response Fund dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Fondazione delle Nazioni Unite, nato sotto l’egida della fondazione partner TGE Swiss Philanthropy Foundation: in Europa oltre 800 donatori hanno incanalato il loro sostegno attraverso TGE, con una media di oltre 12.300 euro a donazione. Il Paese maggiormente attivo nel supporto al Fondo è la Germania (4,3 milioni erogati da oltre 500 donatori, grazie al partner TGE tedesco Maecenata Stiftung).
Su 11,5 milioni in totale transati dal TGE nel I semestre dell’anno, 6,1 milioni sono costituiti invece da donazioni continuative su progetti già in essere prima dell’emergenza sanitaria: si tratta di organizzazioni non profit operanti in diversi paesi d’Europa, principalmente nei campi dell’istruzione (37%), dell’arte e della cultura (18%), dell’assistenza sociale (15%), della salute (12,5%). Sono in totale oltre 350 le organizzazioni “non COVID” che hanno ricevuto da oltre 4.000 donatori. Al di là dell’emergenza sanitaria di quest’anno, storicamente il settore maggiormente coinvolto nell’attività di transnational giving è quello dell’istruzione: 2,3 milioni transati, principalmente destinati nel Regno Unito (1,2 milioni), Italia (520.000 euro), Francia (320.000 euro).
E in Italia? Al 30 giugno i progetti italiani hanno ricevuto circa 530.000 euro. Tra i maggiori beneficiari: la Bocconi, il FAI, La SAIS Europe Johns Hopkins di Bologna.
