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Cvjetana Plavsa-Matic è la nuova presidente di TGE

È stata eletta dalle 20 fondazioni partner di TGE la nuova Presidente che si occuperà dello sviluppo del network per i prossimi 12 mesi. Si chiama Cvjetana Plavsa-Matic ed è CEO di EFPSD, fondazione partner di TGE per la Croazia.
Cvjetana lavora da anni nel Terzo Settore, la sua carriera inizia a supporto delle comunità locali di Zagreb, sua città di origine, per poi essere coinvolta in istituzioni governative croate.
Oggi è a capo della Fondazione Europea per la Filantropia e lo Sviluppo della Società la cui mission è quella di diventare un centro internazionale di eccellenza per lo sviluppo della filantropia individuale e delle fondazioni tramite servizi di educazione, promozione e assistenza.

Puoi parlarci delle origini e del successivo sviluppo di EFPSD?

Quando nel 2013 la Fondazione Europea per la Filantropia e lo Sviluppo della Società (EFPSD) è nata, non esisteva nessun supporto istituzionale allo sviluppo della filantropia e delle fondazioni in Croazia. L’istituzione di quest’ultima è stata quindi un grande punto di svolta dal momento che il suo intento principale è proprio quello di fornire supporto professionale sia alle fondazioni esistenti che a quelle appena istituite nella Repubblica Croata.
EFPSD è un centro istituzionale di eccellenza per lo sviluppo della filantropia individuale e delle fondazioni, un centro di risorse e uno spazio dove si possono ottenere tutte le informazioni e le competenze sulla filantropia, le innovazioni e lo sviluppo sociale.

Quali sono i principali traguardi delle attività della fondazione? C’è qualche progetto particolare a cui state lavorando o a cui avete lavorato e di cui vorreste parlarci?

EFPSD, insieme alla Fondazione Nazionale per lo Sviluppo della Società Civile, è coordinatrice del forum delle fondazioni croate “ZaDobro.BIT!” che quest’anno conta 45 fondazioni membri. Uno dei principali traguardi è anche l’apertura della Croatian House of Philantropy nell’ottobre del 2018 in Zadar. Quest’ultima è un luogo di incontro unico per tutti, non solo in Croazia ma anche in paesi dell’area euro mediterranea, che acquisiscono nuove conoscenze e competenze necessarie per professionalizzare i dipendenti e gli organi di gestione delle fondazioni.

Nel suo lavoro, EFPDS ripone grande enfasi sui bambini e sui giovani e ogni anno durante la settimana della filantropia croata, che si svolge ininterrottamente dal 2016 in un gran numero di città croate, studenti delle scuole primarie e secondarie sono coinvolti in diversi modi. La Fondazione ha implementato con successo il programma “Youth: The Strength of Community” con l’obbiettivo di fornire supporto a gruppi informali di giovani che sono stati in grado di generare cambiamento nelle loro comunità locali.

Quali sono le caratteristiche principali del settore filantropico in Croazia? Quante fondazioni erogatrici esistono e quali sono le principali problematiche che vengono indirizzate?

Grazie agli sforzi quasi ventennali della Fondazione Nazionali per lo Sviluppo della Società, è evidente un grande progresso nel settore: il numero di fondazioni registrate si è triplicato e hanno più visibilità nello spazio mediatico. Tra le quasi 300 fondazioni registrate in Croazia, quasi il 70% eroga contributi e molti di questi sono a favore di borse di studio per l’educazione di bambini e ragazzi. Le principali aree di intervento sono il supporto a bambini e ragazzi e la cura e l’assistenza delle persone anziane, ma anche la cultura, la salute, attività umanitarie, sport e lo sviluppo delle comunità locali.

Prima di lavorare per istituzioni del governo croato, hai lavorato per diversi anni come Programme Specialist per le comunità locali nella città di Zagreb. Come è cambiato il terzo settore negli ultimi 15 anni secondo te? Quali cambiamenti ti aspetti o speri di vedere nel futuro nel mondo delle Non Profit?

Sono grata dell’esperienza nella mia comunità locale. A quel tempo, lavoravo con bambini, giovani e anziani, organizzando diversi programmi per loro nei luoghi della comunità locale.

Dopo il mio lavoro nella comunità locale, ho lavorato nelle istituzioni del Governo Croato. Inizialmente, sono stata invitata come “persona esperta del settore” per lavorare nell’Ufficio Governativo delle Vittime di Guerra. Dopo questa preziosa esperienza sono stata invitata dal Vice Primo Ministro per guidare il nuovo ufficio governativo per la cooperazione con le ONG. Questo piccolo ufficio aveva il grande compito di creare un ambiente favorevole allo sviluppo delle relazioni tra il Governo e la società civile in Croazia.

Abbiamo creato un modello di programma di sovvenzione trasparente, e grazie a questo modello siamo riusciti a continuare a sostenere la società civile dopo che i donatori internazionali hanno lasciato la Croazia nei primi anni 2000. L’organizzazione della società civile croata negli ultimi 15 anni è cambiata sotto molti aspetti. Quindici anni fa avevamo circa quindicimila associazioni registrate, oggi ne abbiamo cinquantacinquemila. Le organizzazioni si sono specializzate in specifiche aree di intervento, sono stati costruiti eco-sistemi sostenibili, sono state create reti tematiche, centri di conoscenza, centri regionali di sostegno allo sviluppo della società civile, think & do tank.

Il mondo sta affrontando numerosi crisi, dal cambiamento climatico agli estremismi politici, dalla pandemia di Covid-19 alla disuguaglianza di ricchezze. Secondo te, qual è una delle principali sfide che la Croazia, e l’Unione Europea, dovranno affrontare nel futuro? Quale ruolo giocherà la filantropia nell’affrontare questi problemi?

Quando la crisi di COVID-19 è scoppiata, abbiamo realizzato che sarebbe stato necessario cercare un modo di stabilizzare le nostre comunità perché sono l’unità fondante di tutte le nostre attività. Quindi ci siamo mossi dal primo livello di intervento nella risposta a bisogni diretti verso il miglioramento e la resilienza.

La sfida principale per la Croazia e per l’Europa sarà trovare una modalità per ristabilire fiducia tra le istituzioni, le autorità e i cittadini. È altresì importante cercare un sottile equilibrio tra l’empatia umana e la tecnologia che da un lato connette le persone e dall’altro le aliena. Credo sia giunto il momento per nuove forme di cooperazione per il bene comune poiché insieme avremo molto più successo di quanto ne abbiamo avuto finora nel prevenire la distruzione del nostro pianeta, nel curare l’ambiente, la salute delle persone, una più equa distribuzione della ricchezza e la creazione di opportunità per una migliore qualità di vita per tutti.

EFPSD è parte del Transnational Giving Europe network, che permette donazioni con beneficio fiscale da un paese all’altro. La Croazia prevede dei benefici fiscali per i donatori? Come vedi il ruolo della filantropia transfrontaliera da/per la Croazia?

Fino ad ora la Croazia non è stata abbastanza attiva all’interno del TGE quindi il potenziale per tutte le potenziali donazioni estere deve essere ancora sbloccato.

Il sistema di tassazione croato prevede dei benefici fiscali fino al 2% delle entrate dell’anno precedente, sia per individui che per aziende. Questi benefici sono principalmente donati alla cultura, alle attività umanitarie, all’assistenza dei bambini e dei ragazzi, alla salute e allo sport.

Nella seconda metà del 2021, abbiamo intrapreso un’intensa comunicazione con le ambasciate croate all’estero per far conoscere alla diaspora croata le possibilità offerte da TGE. La risposta è stata molto buona e crediamo quindi che quest’anno saremo molto più attivi nelle donazioni transfrontaliere da e per la Croazia.

EFPSD è appena diventata Presidente del Transnational Giving Europe: quali opportunità rappresenta per voi? Esiste qualche progetto particolare per il suo anno di presidenza della rete?

È un grande onore per me essere alla presidenza di TGE e siamo grati di questo. Credo che saremo in grado di espandere ulteriormente il nostro TGE network. C’è anche un altro grande potenziale accordo con i paesi del Sudest europeo “Western Balkans”, quindi spero di trovarmi d’accordo con i miei colleghi di questi paesi nella volontà di includerli nel network. Mi piacerebbe considerare inoltre la possibilità di investire nella sostenibilità e nella resilienza delle comunità locali di tutti i paesi in cui il network è attivo perché senza comunità locali forti e sostenibili non saremmo in grado di indirizzare le numerose sfide che abbiamo davanti.

Quali sono le tue speranze e le tue aspettative per il network TGE?

Credo nella forza del nostro network grazie alla dedizione delle persone che ci lavorano all’interno che ogni giorno espandono i confini del bene comune. Mi aspetto che quest’anno sia il migliore finora in termini di donazioni e di somme che saranno donate tramite l’efficiente piattaforma ideata.

Non vedo l’ora di ospitare tutti i colleghi del network TGE durante il meeting organizzato il prossimo ottobre a Split.Cr

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