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Il nuovo presidente di TGE | Intervista a Primoz Sporar

E’ stato eletto il nuovo Presidente che si occuperà dello sviluppo del network per i prossimi 12 mesi. Si tratta di Primoz Sporar, CEO di SKUP, organizzazione partner di TGE per la Slovenia.

Primoz lavora da 20 anni nel settore non governativo, ed è stato coinvolto in numerose iniziative nel settore; si è dedicato in particolare allo sviluppo dell’economia sociale, dell’impact investing e dell’innovazione sociale.

In qualità di rappresentante del Terzo Settore è stato inoltre membro del Comitato Economico e Sociale Europeo a Bruxelles per 15 anni, dove è stato testimone di un crescente interesse per l’economia sociale quale nuovo strumento per affrontare efficacemente le sfide sociali e ambientali a cui l’Europa è chiamata a rispondere oggi.

Primoz lavora da 12 anni in SKUP – Skupnost privatnih zavodov (Comunità di Istituti Privati). L’ente offre consulenza, formazione e assistenza a organizzazioni non profit, imprese sociali, micro e piccole imprese e pubblica amministrazione in diversi settori, gratuitamente o a costi competitivi.

In quanto CEO di SKUP, hai appena ottenuto la presidenza del Transnational Giving Europe network: quali opportunità rappresenta questa nomina? E quali piani di sviluppo immagini per TGE?


TGE gioca un ruolo importante nella filantropia europea. I suoi membri offrono competenze, risorse, e conoscenza del territorio, fornendo pertanto una prospettiva unica sulle sfide locali e regionali e garantendosi una posizione di influenza strategica a livello nazionale e di Unione Europea.

Certamente l’impatto del Covid richiede una capacità di coordinamento e sinergia importante. Quindi oltre alle sfide interne – TGE deve assicurarsi una crescita sostenibile ed efficiente – è necessario anche focalizzarsi sul rafforzamento del dialogo con gli stakeholder. I bisogni sociali sono infatti aumentati ed è necessario altresì migliorare l’impatto delle nostre attività.

Motivare le persone alla cittadinanza attiva e garantire un ambiente sicuro e trasparente per le donazioni – sia interne che internazionali – rimangono obiettivi importanti.

Dal momento che la Slovenia ricoprirà la presidenza del Consiglio dell’UE nella seconda metà del 2021, ci auguriamo anche di rafforzare il ruolo di TGE, in linea le priorità e gli obiettivi dell’Unione Europea.

Nel tuo discorso di insediamento hai detto che TGE rappresenta un esempio di expertise sia a livello di network che di professionisti della filantropia, e che in quanto tale dovrebbe fare un passo avanti per avere istituzioni più forti e favorire i valori della cittadinanza attiva. Quali sono le tue speranze ed aspettative dal network?

Credo che TGE abbia un eccellente team ed eccellenti membri. Al giorno d’oggi ci vengono richiesti trasparenza, proattività, fiducia e affidabilità per aiutare le persone bisognose, e TGE è ben preparato per questo. E non solo come veicolo per le donazioni transnazionali. Il nostro ruolo è chiaramente di guidare, supportare e motivare le persone a fare del bene, ma anche assicurare che le buone azioni portino impatto e che rispondano effettivamente ai bisogni.

Credo fortemente che TGE crescerà in futuro. L’impatto aumenterà sempre di più all’interno del network e degli enti membri, nei confronti dei partner, degli altri stakeholder e soprattutto verso i beneficiari e le cause sociali.

Hai lavorato per molto tempo al Comitato Economico e Sociale Europeo, con una prospettiva unica sui cambiamenti che hanno avuto luogo in Europa. Come è cambiato il Terzo Settore negli ultimi 15 anni? Quali cambiamenti ti aspetti o ti auguri di vedere nel futuro del non profit? 

Il mondo sta affrontando sfide sempre più complesse: non solo il Covid, ma anche i migranti, il cambiamento climatico, e molto altro. Sono chiaramente necessarie una forte cooperazione e nuove modalità di relazione. Il Terzo Settore riconosce queste nuove sfide ed è pronto a giocare un ruolo importante nel rispondere a queste problematiche.

La vera sfida a mio parare rimane quella di comprendere in che misura il Terzo Settore debba sostituirsi allo Stato, assumendone alcune responsabilità

È indubbio che il governo dovrebbe assicurare condizioni sociali degne per tutti i cittadini, e che le priorità del Terzo Settore dovrebbero essere non solo colmare le carenze di servizi, ma soprattutto focalizzarsi sul costruire partnership più complete e sostenibili dove i governi non sono in grado di agire da soli. Questo richiede un approccio e un impegno preventivo e di lungo periodo, piuttosto che operare semplicemente per “spegnere focolai”.

Sei in SKUP da 12 anni: come è nata questa organizzazione e quali progetti porta avanti?

 SKUP è nata nel 2009 come iniziativa di alcune persone fisiche che volevano organizzare gli istituti privati in Slovenia. Abbiamo pensato a una specifica forma giuridica, assimilabile a una società a responsabilità limitata ma focalizzata sull’impatto sociale e con natura non profit, perché ritenevamo che potesse giocare un ruolo di maggiore rilievo Slovenia.

Dal 2011 SKUP collabora, come parte del team non profit, con “Fund 05”, un fondo di investimento sociale che sostiene l’imprenditoria sociale e l’innovazione sociale (il Fondo gestisce oltre 4 milioni di euro, e Primoz ne presiede il CdA, N.d.R.).

SKUP si è sviluppato grazie a sovvenzioni e a finanziamenti da fondi pubblici e da progetti dell’Unione Europea, sviluppando un’attività sempre più orientata all’innovazione sociale sostenibile e a lungo termine per rispondere alle necessità sociali. Essere parte del team non profit di Fund 05 ha indirizzato SKUP verso progetti innovativi di social impact bonds, social impact vouchers, e altre modalità alternative di finanziamento ad attività di pubblico interesse.

Quali sono i principali traguardi che ha raggiunto SKUP? C’è qualche progetto in particolare di cui vorresti parlarci?

Da un punto di vista europeo, SKUP è un’organizzazione molto piccola, che lavora principalmente a livello regionale e locale. Al tempo stesso però SKUP coopera alla realizzazione di alcune iniziative interessanti a livello europeo. Per esempio alcuni dei nostri progetti ad alto impatto quali l’implementazione di prodotti e servizi maggiormente orientati al sociale risultano di interesse anche tra i partner EU più grandi. Tra questi progetti cito “Impact Tourism” (www.impact-tourism.net) e “Impact Fashion” (www.woodbelt.eu).

Quali sono le principali caratteristiche del Terzo Settore sloveno? Quante organizzazioni non profit esistono e quali sono le principali problematiche sociali che sono chiamate ad affrontare?

La Slovenia ha una lunga tradizione filantropica. Le principali aree di intervento sono la protezione sociale, la salute, l’istruzione, la tutela dell’ambiente. In Slovenia ci sono oltre 28.000 organizzazioni non profit; di queste, 250 sono fondazioni che cercano di offrire soluzioni finanziarie e strumenti per affrontare le sfide sociali. Il Covid sta facendo emergere ulteriori necessità e renderà sempre più rilevante il ruolo e l’efficacia del lavoro di queste fondazioni.

In quanto partner di TGE, SKUP garantisce donazioni fiscalmente efficienti da e verso la Slovenia. Quali sono i vantaggi fiscali previsti per i donatori sloveni?

 Le persone fisiche possono destinare fino all’1% del loro reddito per sostenere cause di pubblico interesse. Le donazioni a enti non profit non sono soggette all’imposta sulle successioni e donazioni. In Slovenia le donazioni provenienti da persone fisiche ammontano a circa 5 milioni di euro l’anno.

Per quanto riguarda le aziende, in generale queste beneficiano della deduzione per donazioni a favore di cause umanitarie, sociali, ricerca scientifica, cultura, salute, istruzione, sport, ambiente, religione e altre aree di pubblico interesse. Gli enti che le ricevono devono però essere riconosciuti come operativi in questi campi. La deduzione massima è dello 0,3% del reddito. In aggiunta, è possibile dedurre fin allo 0,2% per donazioni verso associazioni di volontariato riconosciute che operano nel settore della protezione contro calamità naturali o di altro genere.

In quanto membri di TGE, la sfida per noi resta quella di incrementare il coinvolgimento di donatori e beneficiari sloveni nelle donazioni transnazionali.

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