La filantropia può contribuire a cambiare e a migliorare il mondo, a patto però che sussistano condizioni favorevoli al suo sviluppo e alla sua crescita.
L’ultima ricerca congiunta prodotta dall’Indiana University Lilly Family School of Philanthropy e da Philea (Philanthropy Europe Association) ha evidenziato le caratteristiche che andrebbero soddisfatte per poter permettere al volano della filantropia di progredire nel migliore dei modi.
Quello che è stato rilevato e che appare estremamente incoraggiante è che i governi vogliono stimolare e implementare il mondo filantropico: in Europa diversi Paesi hanno previsto delle agevolazioni fiscali a favore dei donatori come anche a favore delle organizzazioni beneficiarie. L’obiettivo è quello di permettere di donare e al contempo di ricevere donazioni nel modo più agile e veloce possibile. L’atteggiamento positivo nei confronti del settore rimane dunque stabile, ma non basta.
La staticità e la restrittività della legislazione infatti molto spesso non intercetta il desiderio della filantropia di espandere i propri strumenti, sempre ai fini di agevolare i propri meccanismi: mentre il settore sta testando nuovi strumenti di investimento digitali, le leggi continuano a non essere al passo, con un’evidente asincronia tra intenzioni e azioni.
Quello che appare necessario, oltre a un maggiore dialogo tra digitalizzazione e legislazione, è anche una maggiore collaborazione tra la complessità del mondo filantropico e tutti gli altri settori potenziali che possono stimolarlo. L’aumento delle sfide sociali cui siamo quotidianamente esposti richiede una grande cooperazioni con i governi, con il mondo del business, e anche con il più ampio settore del non profit.
Le barriere che gravano sull’operatività delle organizzazioni filantropiche e dei donatori ne rallentano l’operato: negli Stati Uniti come in Europa gli obblighi di segnalazione volti a contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo continuano a creare ostacoli alla libera circolazione di finanziamenti e sovvenzioni, rendendo esplicito che un mercato unico per il mondo della filantropia è ancora un lontano miraggio.
Nonostante questi limiti e un rischio come quello della pandemia Covid-19 che ha sconvolto il nostro mondo, la volontà degli europei di fare filantropia non è mutato in questi tempi difficili.
È infatti un desiderio rimasto consolidato ma che per progredire necessita di stabilità economica e socio-culturale, elementi che restano incerti ora che non possiamo ancora prevedere le dimensioni dell’impatto di due incognite come lo scontro in Ucraina e la crisi energetica.
Lo sforzo principale nel presente e nel futuro è quello di promuovere, nonostante le incertezze, un ambiente più favorevole possibile all’operatività della filantropia, facilitando il suo passaggio attraverso i confini e favorendo così la nascita di un mercato unico anche in questo settore, così prezioso per il bene pubblico e per la società civile.
L’Indiana University Lilly Family School of Filantropia si dedica quotidianamente alla promozione della filantropia, formando generazioni di professionisti che vogliono essere promotori di cambiamenti positivi e duraturi nel mondo.
Philea coltiva e implementa un inclusivo ecosistema di fondazioni, organizzazioni filantropiche e networks in più di 30 Paesi, cercando di migliorare la vita per le persone e le comunità in Europa e nel mondo.